RIMEDI PLACENTARI
Personalmente non amo molto il termine “rimedio” perché presuppone una condizione negativa da sanare. Quindi io parlo piuttosto di una comprensione e rielaborazione dell’organo placenta per poter beneficiare simbolicamente e fisicamente della sua funzione e dei principi in essa contenuti.
Ciò che una mamma deve aspettarsi infatti è la riconversione e l’elaborazione della sua placenta nel dopo parto. Questo, ovviamente sempre seguendo i suoi bisogni ed esigenze. La placenta può raccontarci molto del parto, del bambino e persino delle figure familiari più strette.
L’assunzione, dopo una corretta elaborazione, della placenta favorisce l’involuzione uterina e la ripresa dell’intero organismo materno. Le virtù della placenta sono già tutte in suo possesso, perciò lavorarla è un sapere sacro e i protagonisti sono la mamma e il suo bambino. La placenta favorisce inoltre la montata lattea, limita le depressioni che possono insorgere anche dopo diversi mesi dal parto perché regolarizza gli ormoni. È un re-integratore energetico incredibile, come ci insegnano da sempre la natura e le mamme animale. Nell’immediato post parto l’assunzione di placenta ha un effetto analgesico. Fortifica il bonding madre-figli* e favorisce la ripresa fisica della madre dopo lo sforzo del parto poiché contiene i nutrienti giusti. È inoltre possibile utilizzare la placenta localmente per cicatrizzare, lenire lacerazioni post parto, per le ragadi, per cicatrici da cesareo, episiotomia. È possibile inoltre farne arte.
I prodotti placentari possono essere assunti dai consanguinei.
È molto importante che la famiglia, non solo la madre, sia accompagnata in un percorso di comprensione della placenta e di un confronto costante sulle dosi da assumere. Poiché gli studi scientifici sono ancora pochi in questo campo e le placente sono tutte diverse, così come chi le assume e in che periodo, è necessario fare spesso il punto della situazione. Ad esempio, se la mamma assume la placenta per l’allattamento andrà monitorata la produzione di latte, che normalmente diminuisce dopo le 18 , motivo per assumere preferibilmente un dosaggio in quell’orario. (sto semplificando molto ma è per far capire).
La lettura della placenta è un meraviglioso momento in cui la famiglia neonata rielabora di fronte alla placenta il passaggio vissuto. Essendo l’albero della vita, la placenta racconta la storia della famiglia, è voce di nascita, aiuta a raccontare il parto, ciò che si è vissuto, a sistemare i fili della trama. Lavorare con la placenta è un modo per sanare un parto andato male, è un momento sacro , spazio di gratitudine per tornare alla fiducia e credere nella vita.
“La placenta possiede da sola le capacità di un intero organismo, rappresenta le basi, le radici del bambino ed allo stesso tempo è il suo guardiano e protettore.” P. Nathanielsz